Come Leggere la Fattura Vodafone

Quando arrivano le fatture, di qualsiasi utenza, non sono mai così semplici da leggere. Con questa guida capiremo almeno come leggere quella Vodafone.

La prima cosa che si fa, solitamente, è leggere la prima pagina che riporta il totale da pagare. Ma non ci avevano detto che non dovevamo pagare nulla? Risulta essere vero, la maggior parte dei venditori tende a nascondere parte del contratto che si sottoscrive.

Quindi il primo suggerimento è sicuramente quello di chiamare, prima di sottoscrivere un abbonamento, il call center che ci fornirà tutte le delucidazioni in merito. Fatto ciò, dobbiamo considerare che la tassa di concessione è sempre presente nella fattura.

Vi avranno anche detto in alcuni casi che non la pagate. Può darsi che sia prevista una scontistica, che solitamente viene applicata sulle chiamate voce che abbia un totale pari alla tassa di concessione. Ma ricordate che se non viene raggiunto il limite previsto, molte volte ve la ritrovate da pagare senza sconti.

Ma veniamo alla lettura. La fattura vodafone va letta in forma piramidale, ossia, il primo foglio riporta sempre i totali e va bene guardarlo ma i veri costi e gli sconti sono da controllare nelle pagine successive.

Questo perché per la legge della trasparenza, nel primo foglio potrete vedere canoni, tasse e rate del telefono o dell’ abbonamento che in realtà vanno poi detratti nei fogli successivi.

Calmiamo quindi i bollori quando ci arrivano le fatture e leggiamo fino in fondo tutti i fogli. Dopo, se qualcosa non ci è chiaro, rimane sempre da chiamare. Sono anche inutili le incazzature verso gli operatori che sono lì a chiarire e, purtroppo a volte, a rimediare gli errori altrui. Ovviamente è sempre possibile fare un reclamo Vodafone in caso di problemi.

Rimane sempre che il totale non vi convince? Leggiamo allora bene tutto prima di sottoscrivere un contratto perché se è vero che noi facciamo il nostro lavoro e gli altri il loro, è anche vero che i soldi sono nostri e prima di firmare è giusto conoscere un po’ di quello che è il lavoro altrui.